venerdì, Aprile 26, 2024
Storia

LE ORIGINE DEL NOME “SERRAVALLE” E NOTIZIE STORICHE CIRCA LA NASCITA E L’UBICAZIONE DEL PAESE – Parte Prima –

Le origini del nome “Serravalle” e notizie storiche circa la nascita e l’ubicazione del paese

Non esiste una esauriente spiegazione sul significato etimologico del nome “Serravalle”. Ci sono ipotesi di storici tendenti a fornire una spiegazione di tale appellativo dato ad un paese di pianura, quando la gran totalità dei paesi con il nome di Serravalle è situata in località di montagna. Il Pardi, dando ragione al Battisti e all’Olivieri, di contro all’Alessio, così definisce l’etimologia del nome Serravalle: “Serravalle: non dal latino “Serra”, sega (schiena di monte), ma dall’italiano “Serrare” e “valle”, strettura d’una valle, come Serravalle Pistoiese, e anche luogo dove si chiude una campagna bassa tra corsi .d’acqua. come Serravalle lombarda, e forse Serravalle del Chienti, gola nella valle di questo fiume”.

I corsi d’acqua sono da identificare con il Po a nord, il Re dei fossi (ormai quasi interamente tombinato nella parte del centro urbano) che taglia per l’intera sua lunghezza il paese da ovest ad est, e con il canaol Bianco che delimita a sud e divide l’abitato di Serravalle dal territorio di valle. I documenti in possesso della Curia arcivescovile di Ravenna riguardanti la parrocchia di Serravalle, non molto antichi in verità non risalendo oltre i primi anni del XIX secolo, contengono uno dei primi inventari nel quale si trova scritto: “Posta così com’è tra Po e valle, si ebbe l’appellativo di Serravalle”.

Negli anni ’50 di questo nostro secolo, in occasione di una S. Visita pastorale dell’arcivescovo di Ravenna a Serravalle, apparve sul settimanale diocesano ravennate, “L’Argine”, un articolo di mons. M. Mazzetti, tracciante a grandi linee il profilo storico della parrocchia e del paese: “visita pastorale: 11 – Serravalle. Il nome farebbe pensare piuttosto ad un paese di montagna o di collina invece che ad una Parrocchia pienamente di bonifica. “Posta così com’è tra Po e valle, si ebbe l’appellativo di Serravalle”, ha scritto, lavorando forse parecchio di fantasia, qualche vecchio cronista nei primi Inventar! che noi possediamo a Ravenna per l’unica Parrocchia della Diocesi dedicata a San Francesco d’Assisi”.

Il lettore può legittimamente chiedersi quali sono stati i motivi che hanno portato il Mazzetti ad affermare essere il paese di Serravalle “pienamente di bonifica”. Gran parte del territorio serravallese, soggetto alla abbazia parrocchiale, è di valle, ma ciò nonostante la parte di parrocchia identificabile come nucleo abitato non è ascrivibile alla recente bonifica di fine Ottocento.

I terreni compresi fra l’argine del Po ed il Canai Bianco, luogo dei primitivi insediamenti, sono per composizione assai diversi da quelli che ancora oggi sono chiamati di valle. Ciò fa capire che, se, anticamente una qualche porzione della valle fu bonificata al margine della valle stessa, quasi a chiuderla dalla parte del Po, in modo che le rotte eventuali scaricassero l’acqua nelle circostanti paludi, salvando la terra fertile, ne risulta necessariamente modificata la sua composizione, vuoi per effetto del terreno di riporto, vuoi per quello di deposito delle alluvioni, vuoi ancora per la continua lavorazione e coltura. Non è possibile confrontare i due terreni, quello recentemente bonificato, prosciugato 200 o 300 anni fa, e l’altro, seppur bonificato più anticamente, che ha nei confronti del primo caratteristiche diverse ascrivibili alle modificazioni intervenute dopo il prosciugamento. In conclusione Serravalle è un paese “pienamente di bonifica”: e nella zona di valle, perché terreno prosciugato a seguito degli interventi della Soc. Bonifiche Ferraresi alla fine dell’Ottocento, e nella parte “vecchiale”, perché bonificata più anticamente, e cioè portata alla produttività e all’insediamento a causa di lavori di scolo, prosciugamento, salvaguardia dalle rotte.

Chi voglia intraprendere uno studio sulle antiche origini dell’agro ferrarese, ed in particolare della nostra zona, non può ignorare la Tavola “Ferrariensis Agri Flavis Imperatoribus Chorographia” (L’Agro ferrarese nell’età romana). Elaborata dall’ing. Filippo Borgatti nel 1906, fu pubblicata, assieme alla famosa Tavola Peutingeriana. L’ing. Borgatti, professore di geometria proiettiva e descrittiva, compilò la carta con un indice di ben 703 nomi antichi, riscontrati con quelli moderni, e completò il libro con un elenco di pubblicazioni, carte e manoscritti richiamati nel testo. Fra i numerosissimi luoghi, città, paesi, fiumi, corsi d’acqua, canali, valli, viene nominato il centro di Serravalle, posto al confine settentrionale della Padusa (insieme di valli e paludi antichissime), dalla quale il piccolo agglomerato urbano era separato da corsi d’acqua, primo fra tutti il Canai Bianco. Serravalle viene localizzato dal Borgatti su terreni fertili ed emergenti dalle acque palustri, mentre Cologna, Berrà (Bereo) e Papozze (Papocie) vengono posti al di là di quel corso d’acqua che nel 1152 (o 1131) a causa della rotta di Ficarolo, favorirà il formarsi del nuovo corso del Po con la migliore definizione della divisione a Serravalle dell’isola di Ariano. Il contributo offerto dal Borgatti alla storia della nostra terra ferrarese non è certo il solo, tuttavia ci consente di ipotizzare che i primi sicuri insediamenti siano da collocare già in epoca altomedievale.

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