venerdì, Aprile 26, 2024
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BERRA – SALA GREMITA ALL’INCONTRO “DONNE E IMPRENDITORIA” SVOLTOSI SABATO 26 FEBBRAIO – SEI IMPRENDITRICI HANNO RACCONTATO LA LORO ESPERIENZA – MOLTI GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO

Berra – In una sala gremita di pubblico, sabato (26 febbraio,) si è svolto “Donne e imprenditoria” promosso da Raffaella Nalli (Acs Berrese) e M.Cristina Felisati (Donna Oggi) in occasione delle celebrazione prossime dell’8 marzo.

Sei donne del territorio si sono raccontate, hanno raccontato il loro essere imprenditrici, il loro essere donne, il loro essere imprenditrici donne in un mondo di uomini. Le difficoltà, la caparbietà, la tenacia e poi la soddisfazione di avercela “quasi” fatta. Quasi, perché come ha detto Isa Poli (imprenditrice nel campo estetico) c’è sempre da imparare, non si è mai arrivati del tutto e in nessun campo ci si improvvisa. Conquistare autorevolezza e rispetto in un campo lavorativo prettamente maschile non è semplice, come hanno evidenziato Laura Carpenedo (imprenditrice nel campo risicolo) e Barbara Capatti (imprenditrice nel campo dell’allevamento) ma con pazienza e volontà ce la si può fare.

Tra queste donne c’è chi ha ereditato l’azienda di famiglia, chi è partita da zero seguendo le proprie passioni e chi è partita da zero facendo di necessità virtù, come Laura Vallieri (imprenditrice nel campo della Moda) che ha scelto un’attività per “portare avanti la famiglia”, quindi non tanto per passione ma per bisogno; ciò nonostante è oggi una donna che si è conquistata il proprio spazio ed è soddisfatta di ciò che è riuscita a creare.

Sono donne che hanno dovuto non tanto dividersi tra lavoro e famiglia quanto, soprattutto, organizzarsi cercando di “dilatare il tempo” per incastrare tutto. “Il tempo che non è mai sufficiente ad una donna perchè ha sempre mille cose da fare, da seguire da programmare per assecondare la propria natura multitasking” come sostiene Federica Verzella (imprenditrice artigianale e presidente Confartigianato Berra), appoggiata da Ayat Boucetta (imprenditrice artigiana) che evidenzia “come la possibilità di fare la mamma, di lavorare e di studiare mi è stata resa possibile perché c’è stata sinergia di intenti tra tutte le parti in causa, in primis col suo datore di lavoro”.

Del resto la crescita formativa e culturale non è certo una perdita di tempo ma un arricchimento dell’azienda e avere donne che riescono a conciliare il loro essere mamma col lavoro può solo far bene ad un’azienda.

Interessanti alcuni interventi tra il pubblico, come quello di Daniela Simoni (consigliera di Riva del Po) che porta la sua personale esperienza raccontando le difficoltà non nel campo lavorativo quanto in quello “post lavorativo” per quello che deve affrontare dopo le ore di ufficio per l’accudimento della mamma anziana invalida a causa della sempre maggior scarsità di servizi di appoggio alla donna e al cittadino in generale.

Stimolante l’intervento di Serena Occhi (consigliera di Riva del Po) la quale ha rimarcato sì la forza delle donne, ma ha aggiunto che “Questa forza potrebbe essere sfruttata meglio se le donne la smettessero di essere rivali e fossero più complici”.

Le donne dovrebbero essere brave come gli uomini a fare “gioco di squadra”, ma questo devono ancora impararlo. Ad ogni modo, anche se la strada è ancora lunga per poter liberarsi dagli stereotipi ed affermare a pieno la parità di genere “Essere donna è affascinante, è un’avventura che non annoia mai” (cit. O.Fallaci).

(CS)

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