Ro – Cittadini del comune di Riva del Po divisi in due sul futuro del Mulino sul Po: chi lo vorrebbe recuperato e nuovamente al suo posto e chi lo vorrebbe eliminato, ponendo fine ad una continua spesa “inutile”.
A farsi sentire in questi giorni sono principalmente quest’ultimi. “Ancora soldi? – scrive Lorena – Ma bruciarlo no?”. Questo è uno dei tanti commenti, con l’idea di un fine vita molto chiaro e condiviso da molti. Qualcuno propone un referendum, dimenticando che il referendum su quello che l’amministrazione conunale, ovvero la Giunta che governa, deve fare c’è già stato, nel 2019, ed hanno vinto questi: il prossimo referendum c’è nel 2024.
Ed intanto le sorti del Mulino sono già (parzialmente) segnate. Si, perché la Giunta Zamboni ha già dato il via al suo recupero, con un finanziamento che rimane sotto, di poco, ai 450mila euro. Una cifra importante, che sempre i “NO Mulinox” vorrebbero veder investiti in altro modo: manutenzione delle strade, qualche sfalcio in più, lotta all’abusivismo dell’immondizia, incentivi alle imprese ed altro ancora.
“Speriamo che questi qui si fermino un attimo – commenta l’ex consigliere comunale di Berra Leonardo Peverati – Non hanno fatto “niente” per quattro anni; non è necessario, anzi è del tutto fuori luogo impegnare ingenti risorse a pochi mesi dal voto.
Avete presente 440 mila euro in un comune che ha ancora l’illuminazione pubblica paragonabile ai paesi del terzo mondo? E non sarebbe finita qui. Ci sono necessità ben più pressanti da queste parti e il turismo sarebbe una semplice conseguenza”.
Gli fa da eco la consigliera di minoranza Daniela Simoni (Gente di Riva del Po). “In questi ultimi tempi sono stata spesso accusata di non saper nè leggere e nè scrivere e pertanto prima di condividere questa notizia ho approfondito con cura, rigo per rigo, la notizia drl recupero drl Mulino – scrivere Simoni – Ma niente. Non riesco a trovare nel testo il progetto di rilancio turistico al quale punta un investimento di oltre 440mila euro.
Perchè per impegnare una cifra del genere la ricaduta sulla collettività deve essere altrettanto ingente se non di più e lo sostiene una che al Mulino sul Po ha sempre creduto molto. Ma se si vorrà provvedere all’ennesima ristrutturazione e all’ennesima collocazione stavolta il progetto di promozione turistica e territoriale non deve essere solo astrattamente accennato ma al contrario minuziosamente e analiticamente pensato organizzato e strutturato.
Che sciocca! La progettualità a questo punto sarà oggetto di prossima campagna elettorale e mi sa che in quel caso servirà essere molto convincenti”.
(dmb)
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