Ro – Calcinacci che cadono sul parcheggio, ferri arrugginiti che sporgono dalla struttura in cemento: sono queste le due cause principali che hanno indotto l’amministrazione provinciale di Rovigo ad intervenire sul Ponte che attraversa il Po e collega il Veneto con l’Emilia Romagna.
A chiedere l’intervento, da tempo, è stato il sindaco di Polesella Leonardo Raito, preoccupato per quanto sta accadendo al ponte ma sempre tranquillizzato dai tecnici della provincia sulla stabilità del ponte.
Aperto al traffico nel 1976, il ponte è stato costruito a fianco del precedente, poi dismesso, un viadotto montato nel 1913 sulle chiatte galleggianti recuperate a Pontelagoscuro: 48 barche di cui 40 in cemento e 8 in legno. Fu deciso di sostituirlo con l’attuale dopo un gravissimo incidente in cui perirono due cittadini di Sabbioncello San Pietro, tali Loris Pasetti e l’amico Tonino Poltronieri.
Le due amministrazioni comunali, di Ro e Polesella, hanno pensato bene di utilizzare la parte sottostante al ponte, con un sito turistico sul Ferrarese (Vento di Supa) e con un parcheggio, per via dello spazio minore, sul rodigino. Ed è proprio qui che ora si presenta la criticità maggiore.
Osservando il ponte non può sfuggire il fatto che l’acqua piovana che cade sul ponte una volta veniva raccolta dalle caditoie, incanalata nei tubi che la convogliavano nel fiume. Ora, ma da tempo, i tubi si sono rotti e dalle caditoie l’acqua arriva direttamente sul cemento da qui la corrosione.
A peggiorare la situazione di sgretolamento ha contribuito l’aumento del transito pesante a seguito della chiusura nel 2018 del ponte a Pontelagoscuro per lavori. Più stabile la situazione sul Ferrarese dove, nonostante l’evidente usura, ancora non si verificano caduta di calcinacci.
(d.m.b.)
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