Il sarcofago
Davanti alla chiesa si trova un sarcofago in pietra di epoca romana, rinvenuto probabilmente nei dintorni. All’interno di esso sarebbero state conservate le ossa dei paladini di Francia che, secondo la leggenda, costruirono l’oratorio.
Secondo un’altra leggenda il sarcofago conteneva le ossa di San Tunin, come risulterebbe da un’iscrizione ora scomparsa. In questi luoghi è infatti ancora vivo il toponimo “S. Antonino” ad indicare un modesto rilievo, ovvero quel che rimane di una piccola duna. Potrebbe trattarsi di uno dei celebri santi citati nella Bibliotheca Sanctorum, ma più probabilmente questo personaggio fu un uomo semplice, al servizio della povera gente che viveva sulle dune emergenti dalle acque, morto forse in odore di santità, i cui resti furono traslati nel vecchio sarcofago romano insieme con altre ossa sconosciute.
Il sarcofago di San Tunin, come viene chiamato, è citato nella relazione della visita pastorale di Flavio Perotto nella quale è testimoniata la presenza di una scritta poco leggibile scolpita sull’arca: “Se v; è corpo di’ beato in quell’arca sopra il cementerio e che siano perciò lette e registrate le lettere che non hanno potuto ora leggereper non aver avuto ora comodo di farle nette et le farà recapitare a mons. Visitatore. ”
Nel 1603 l’iscrizione viene riportata in un documento: …”all’esterno, un sarcofago è addossato alla chiesa, sul cimitero, e attraverso una spacca- tura si intravedono ossa di molti e non di uno solo morto. ” Lì sulla sommità del tumulo, sono scolpite queste parole: “Hoc Divi TUNINI OSSA quiescunt, frangere qui vult sicut Judas Anathema Sepulchri“. (Qui riposano le ossa di Sant’Antonino, sia maledetto come Giuda colui che vuole profanare il sepolcro).
Questa maledizione, probabilmente nata per evitare che si trafugassero le ossa contenute nel sarcofago, fu trasformata in una promessa di bene dalla tradizione popolare. La leggenda infatti che nacque intorno alla scritta scomparsa sostiene che su un lato del sarcofago fossero incise le parole: “Beato chi mi volterà! ” e quando finalmente qualcuno si prese la briga di farlo, la leggenda sostiene che sul lato opposto del sarcofago comparvero miracolosamente le parole: “Bene facesti! Le ossa mi dolevano! ”
La chiesa di San Basilio si trova a 13 chilometri da Serravalle.
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