sabato, Aprile 27, 2024
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BERRA – SI E’ SVOLTA SABATO 14 OTTOBRE PRESSO LA SALA CIVICA LA PREMIAZIONE DEL “2° CONCORSO DI POESIA DIALETTALE PANTALEONI PASQUALI” – UNA MANIFESTAZIONE SOSTENUTA DALLE ORGANIZZAZIONI LOCALI DI GRUPPO E DAL COMUNE DI RIVA DEL PO

1° CLASSIFICA TO – FRANCESCO INDRIGO
2° CLASSIFICATO – GIACOMO VIT
3° CLASSIFICATO – FABIO FRANZIN
MENZIONE D’ONORE – DILETTA PAVANATI
PREMIO PRESIDENTE DELLA GIURIA

Berra – Si è svolta nel pomeriggio di dabato 14 ottobre, presso la sala civica di Berra la premiazione del Secondo Concorso di poesia dialettale Franco Pantaleoni-Edgardo Pasquali. L’evento è stato introdotto da Mauro Tumiati, presidente dell’Ass. Cultura e Spettacolo berrese che, in sinergia con Proloco Serravalle Insieme, Proloco Terre Bacchelliane e Gruppo Archeologico Ferrarese (G.A.F.) ha indetto il concorso.

Patrocinato dal Comune di Riva del Po, i presenti sono stati salutati anche dall’assessore Brandalesi che ha portato i complimenti del Sindaco, dott. Andrea Zamboni, della Giunta e del Consiglio.

Ha infine preso la parola il Presidente di Giuria, professor Edoardo Penoncini che ha sottolineato la sua soddisfazione per l’alto contenuto delle poesie presentate al concorso, auspicando un’apertura ancora a più Regioni per quanto riguarda l’edizione 2024 e le successive. Ha sottolineato come il dialetto vada sostenuto e visto non come lingua del passato, ma anche del presente. Una lingua in grado di proporre una nuova oggettività, non più ascoltata come banale
musicalità, ma capace di veicolare messaggi importanti.

Mauro Tumiati ha quindi chiamato i primi due autori nominati per una menzione speciale: la rodigina Diletta Pavanati, per la sua “Ode ae done” e la ferrarese Cristina Rossi che ha ricevuto la menzione speciale del Presidente di Giuria per
“Foja d’autun”.

La terna vincente ha visto invece al terzo posto il friulano Fabio Franzin con la sua poesia “Trar su, butar zò” per la
linearità della forma e la innegabile verità del contenuto; al secondo posto il trevigiano Giacomo Vit con la sua “Il clap, la so lus” in cui un sasso è protagonista, un sasso che ha accolto in sé, quasi fagocitato, ciò che attorno a lui esiste, assorbendo quindi altre realtà e modificando il suo stato originario di semplice sasso, premiato da Riccardo Piccinardi di McDonald’s. In cima al podio, un altro friulano, Francesco Indrigo con la sua commovente e, ahimè, terribilmente
attuale “Misha”, la storia di una bimba “martoriata” dalle bombe di Mariupol, una bimba che ancora sorride, una bimba che a scuola non fa Motoria: la gamba gliel’hanno aggiustata come potevano in quell’ospedale senza mezzi, squarciato pure lui dalle bombe; ma Misha è una bimba ed ama correre; è una bimba che non piange e non vuole arrendersi. E allora corre e allora inciampa e allora cade e allora le dicono di non correre, ma lei ti guarda, ride … e corre via.

Credo che, chi era presente oggi, abbia davvero compreso come anche il dialetto, che forse un po’ snobbiamo, possa
raggiungere livelli davvero alti. Se si ha qualcosa da dire, anche il dialetto può farlo in modo egregio e Francesco Indrigo, e gli altri partecipanti, ce lo hanno dimostrato ampiamente.

(CS)

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