lunedì, Maggio 13, 2024
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BERRA – “CARA FUSIONE: QUANTO MI COSTI” – A QUATTRO ANNI DALLA FUSIONE SI REGISTRA IL FALLIMENTO DELLA GIUNTA USCITA VINCITRICE NONOSTANTE I SOLDI RICEVUTI – ALMENO COSI’ DICE STEFANO BIGONI ESPONENTE DELL’OPPOSIZIONE…

Berra – “Cara fusione: quanto mi costi”. Non in termini di denaro, perché ne sono arrivati parecchi e ne arriveranno altri, molti di più di quelli preventivati, ma in termini di gestione, di un territorio con molte potenzialità ma nessuna sfruttate a dovere.

Lasciati momentaneamente da parte i possibili schieramenti che si presenteranno alle prossime elezioni amministrative (giugno 2024) in questi giorni il dito è puntato verso l’attuale amministrazione, che sta deludendo molti cittadini, anche tra chi li ha votati. Ma il maggior inquisito è la fusione, quella avvenuta tra Ro e Berra il primo gennaio del 2019.

Questa fusione, promessa dai sostenitori del SI come una manna caduta dal cielo, secondo il parere di molti cittadini, pare essere il maggior colpevole di questo disastro, tesi sostenuta anche da chi ha dato parere favorevole alla fusione, che ora si ricredere.

“Penso che chi oggi critica la fusione non abbia ancora capito di cosa si tratta. La fusione ha portato risorse economiche mai avute in questo secolo, bastava una progettualità, che non c’è stata”. Sono parole di Stefano Bigoni, ex consigliere comunale di Berra, candidato (ma non eletto) alle elezioni amministrative di Riva del Po con la lista “Gente di Riva del Po”, guidata da Daniela Simoni.

Unico sostenitore dei partiti dell’allora opposizione di Berra e Ro alla fusione, che la ritiene ancora una opportunità e non uno sgravio. “Chi ha fallito è stata questa maggioranza – commenta – che non ha saputo investire il tesoro che ha tra le mani. Questa fusione ha riempito le casse comunali di denaro però bisogna saperli spendere, avere una capacità progettuale per poter cambiare le sorti del comune, cosa che questa maggioranza ha dimostrato e dimostra di non avere.

Quindi, più che criticare la fusione bisognerebbe criticare il voto. Gente di Riva del Po si era presentata con candidati capaci e un programma altrettanto capace. Spero che i cittadini l’abbiano capito e che alle prossime elezioni ne tenga conto”.

Pur avendo sostenuto il NO alla fusione, anche per Daniela Simoni questo “fallimento” si chiama Andrea Zamboni. “Quasi 5 anni da quel memorabile giorno sono trascorsi. L’opportunità tanto decantata si è rivelata un clamoroso fallimento. Le risorse sono state assegnate ma l’incapacità di progettare e di investire ha vanificato ogni prospettiva ed il Comune appena nato è già agonizzante”.

E allora ci si chiede quale futuro avrà Gente di Riva del Po. Daniela Simoni non ha ancora rotto gli indugi, mentre Bigoni ha delle speranze. “Le condizioni attuali confermano la presenza della nostra lista – spiega Bigoni – comunque il percorso da qui alle elezioni è ancora lungo quindi molte cose possono cambiare. Nel contesto spero che la nostra rappresentante Daniela Simoni possa trovare la giusta quadratura e dare il giusto indirizzo alla lista Gente di Riva del Po”.

(dmb)

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