sabato, Luglio 27, 2024
Storia

LA FAMIGLIA GIGLIOLI – Parte Prima –

LA FAMIGLIA GIGLIOLI

In vari documenti d’archivio di casa Giglioli in Ferrara si legge che i componenti di tale famiglia sono: “Conti del Sacro Romano Impero, di Serravalle e di Tricario e di Frignano, Marchesi della Serra, Nobili della città di Ferrara, Adria, ecc., Conti Palatini e Lateranensi”.

La famiglia Giglioli, detta anticamente dei Pellizzari o dei Pellicciar!, è di origine ferrarese. Il primo componente di cui si ha notizia sicura è lorenzo al quale, nel 1177, furono affidati dal Comune di Firenze degli importanti incarichi. Il cognome Pellicciari venne mutato in Giglioli o Zilioli, da certo Gigliolo che si dice avesse voluto con ciò essere meglio ricordato dai posteri. Da lui nacquero due figli lacopo (o Giacomo) e Guglielmo, ma a partire dal menzionato Lorenzo in poi è possibile elencare in modo esauriente i personaggi più importanti e significativi:

MENABUE (1230) – fu giudice ed ambasciatore;

BORTOLO (1240) – divenne membro del Consiglio e fiduciario del Comune di Ferrara;

BARTOLOMEO – fu notaio e referendario di casa d’Este;

GIACOMO – divenne giudice del Comune;

GIGLIOLO (già ricordato) – fu cortigiano e favorito d’Alberto d’Este, mutò il cognome da Pellicciari (o Pellizzari) in quello di Giglioli ed ebbe due figli: Giacomo e Guglielmo;

Da lacopo discende il ramo di Firenze, estintosi verso la metà del sec. XIX con il conte Carlo; da Guglielmo invece deriva il ramo di Ferrara. lacopo fu segretario e ambasciatore del marchese Niccolo III d’Este, che gli donò molte terre, la giurisdizione di Serravalle, con 11 castelli ed il titolo di conte. In riconoscenza dei grandi servizi resi ai fiorentini fu onorato del titolo di “benemerito” del loro Comune e gli furono concesse esenzioni e privilegi straordinari, e inoltre fu creato dall’Imperatore Sigismondo, conte del sacro romano impero, con diploma imperiale, così redatto:

“Diploma imperiale di sigismondo imperatore, dato in Buda [Budapest] a 4 settembre 1425 a favore del nobile lacopo Pilide Pellicciari di Ferrara, di poi detto de’ Giglioli dal padre suo di tal nome per il quale vien dichiarato Conte dell’Impero lui e tutti i suoi discendenti in retta linea mascolina in infinito”.

Altri Giglioli furono:

ALFONSO – Cortigiano e referendario del duca Borso;

MALATESTA (1476) – Visconte in Melara;

DESIDERIO – Vescovo di Campagna, città del Regno di Napoli;

VITTORE – Nato nel 1459 e morto nel 1543; visse a Venezia e scrisse un trattato di intonazione religiosa;

ANTONIO – Insigne medico del sec. XV, venne da Ercole I nominato suo archiatra (è sepolto in S. Domenico a Ferrara);

GIOVANNI BATTISTA – Tesoriere dello stesso duca, fu ambasciatore presso l’arciduca Carlo a Bruxelles, Arrigo VII re d’Inghilterra e Luigi XII re di Francia, divenne poi consigliere di Alfonso X che lo fece governatore di Cento.

ANTONIO MARIA (1509) – Capitano dei balestrieri dello stesso duca e nel 1500, nella guerra contro la Repubblica di Venezia si segnalò con la presa d’Este e Monselice e con la cattura di alcune navi tolte al nemico;

ALFONSO (fine sec. XVI) – Apprezzato uomo di lettere;

GIROLAMO – Castellano di Alfonso I e tesoriere di Ercole II;

SCIPIONE – Cameriere segreto, Maestro di Camera e capitano della Guardia Svizzera e Tedesca sotto Alfonso II, poi due volte Giudice dei Savi; venne investito dallo stesso Alfonso II nel feudo e titolo di conte di Tricario insieme ai fratelli;

ERCOLE – Venne nominato Cameriere segreto e maggiordomo del duca Alfonso II;

GIROLAMO – Prima ambasciatore del pontefice Gregorio XIII indi del re Enrico III di Francia che lo nominò suo gentiluomo e cameriere d’onore ed, infine, fu ambasciatore del duca Alfonso II al papa Clemente VIII. A Roma rimase diversi anni con l’incarico di preparare la successione di Cesare d’Este al Ducato di Ferrara; successivamente venne nominato ambasciatore ordinario e Roma, ove stette fino alla morte;

ALFONSO – Protonotaro apostolico, governatore di Camerino e vescovo di Angioma;

IPPOLITO – Giudice dei Savi e ambasciatore a Roma, ebbe l’investitura del marchesato della Serra in Romagna;

GAETANO – Amico di Leopoldo Cicognara e del grande Antonio Canova. Entrambi furono da lui ospitati nella residenza di Serravalle;

LUIGI – Sottotenente dei Bersaglieri del Po, durante il Risorgimento;

ROSA — Si dilettò di pittura. Sono sue alcune tele appese alle pareti del salone centrale della villa di Serravalle. Decorò inoltre essa stessa alcune pareti di questo edificio. Visse a metà Ottocento e fu apprezzata negli ambienti artistici ferraresi. Morì l’11-12-1862;

ERMANNO E ROBERTO – Fratelli. Ripristinarono l’antica barca padronale che consentiva alla famiglia Giglioli di scendere a Serravalle attraverso il Po;

ARTURO (1872/1948) – Collezionista e storico della Cattedrale di Ferrara, sistemò in maniera definitiva l’interno della villa di Serravalle con mobili del Settecento veneziano. Fu anche sovrintendente ai musei di Ferrara.

Del conte Alessandro Giglioli, vissuto a cavallo dei due secoli XVI e XVII, è da dire che fu, tra l’altro, uno storico di una certa fama. Assieme al conte Maiolino Bisaccioni, al dottor Giovan Battista Birago Avogaro e a Girolamo Brusoni, scrisse le “Historie memorabili de nostri tempi”, apparse in Venezia tra il 1642 ed il 1656: una monumentale impresa editoriale, che alla cronaca ed alla esposizione dei fatti, fa seguire intendimenti di utilità ed ammaestramento del discorso storico, non senza palesare il tutto come soffuso da “un sottile velo di tristezza” (si veda al proposito il libro di Sergio Bertelli: Ribelli, Libertini e Ortodossi nella Storiografia Barocca, Firenze, 1973, p. 208 e segg.): “Finiscono le città, s’estinguono i regni, e rinascendo sempre, come foglie d’alberi nuovi huomini, e nuovi accidenti, nasce anco sempre il bisogno ch’abbiamo d’essere ammestrati da gl’altri, e d’imparare a vivere con gl’essempi di coloro, che inanzi di noi hanno provato le istesse passioni, et sperimentato le medesime difficoltà. Però memore anch’io dell’obbligo nostro, e d’esser nato non solo a me stesso, ma a giovamento eziandio de gl’altri, ho deliberato di scrivere l’historie de nostri tempi, e di raccogliere come in compedio le cose più notabili succedute tra i principi di questo secolo, acciò che dalla considerazione di casi tanto vari, e dalla cognizione di avvenimenti così gravi, de quali è stata l’età nostra abondantissima, non solamente potessi ricever qualche documento per me medesimo, ma dimostrar anco efficacemente a ciascun altro quanto infelice, et anzi degna di riso, sia la condizione de miseri mortali, che tanto s’insuperbiscono” (Zilioli Alessandro – Delle Historie ecc., I, pag. 1).

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