Religione

I 150 ANNI DALLA NASCITA DI SANTA MARIA CHIARA NANETTI – di Giovanni Raminelli

Siamo ormai prossimi al ricordo dei 150 anni dalla nascita di Santa Maria Chiara Nanetti (al secolo Clelia). Nata il 9 gennaio 1872, pochi mesi prima del disastroso evento della grande alluvione provocata dalla rotta del Po a Guarda ferrarese, la martire polesana sarà ricordata con apposite celebrazioni soprattutto nella diocesi di Adria-Rovigo, ove la sua memoria è particolarmente viva, avendo avuto i natali a Santa Maria Maddalena. Ma ad onor del vero il ricordo della Nanetti è pure vivo a Francolino dove la famiglia si fermò nel 1878 dopo molte peregrinazioni nel territorio di qua e di là dal grande fiume.

Santa Maria Chiara Nanetti, ad ogni buon conto, lega la vicenda umana della sua famiglia pure a Cologna, paese di origine del padre Narciso (figlio di Nicola e di Lucia Stefanati), dove i Nanetti si stabilirono per alcuni anni e dove l’8 dicembre 1867, in località Carmignano, nacque il fratello Silvio. Di solida formazione cattolica, la famiglia diede alla Chiesa i figli Silvio e Clelia. Il primo entrò nell’ordine dei Frati Minori in quel di Ferrara ed assunse il nome di Barnaba; la seconda lo seguì e dopo un incontro con le suore Stimmatine a Ferrara, entrò a 20 anni nelle suore Francescane Missionarie di Maria.

Il 10 aprile 1892 vestì l’abito religioso prendendo il nome di Maria Chiara e si trasferì per il noviziato in Francia ai Châtelets. Il 13 novembre 1898 la Madre Fondatrice le comunicò che avrebbe fatto parte del gruppo di sette suore, destinate ad una missione in Cina. Il 12 marzo 1899 s’imbarcò insieme alle consorelle e dieci frati missionari con monsignor Fogolla per la Cina e arrivò alla meta finale di Tai-yuan. Al suo arrivo, il 4 maggio 1899, trovò ad attenderla il fratello Barnaba che, inviato in Cina nel 1893, era diventato Pro Vicario apostolico nel capoluogo del Shan-si.

A Chiara e alle sue consorelle venne consegnata la cura e la conduzione dell’orfanotrofio femminile. Durante la sanguinosa rivolta xenofoba del 1900 vennero decapitati circa 30.000 cristiani. Padre Barnaba Nanetti riuscì a sfuggire al massacro trovandosi in località meno esposta. Ma le grandi sofferenze prodotte dalla persecuzione, le traversie, le fatiche che dovette affrontare a più riprese lo debilitarono nel fisico portandolo alla morte nel maggio 1911.

La sorella Maria Chiara dopo circa un anno di missione venne uccisa il 9 luglio 1900 a Tai-yuan durante le violenze scatenate dalla rivoluzione dei cosiddetti Boxers. In quella occasione, furono 26 le vittime del massacro: 2 vescovi, 3 missionari, 5 seminaristi, 9 fra domestici ed inservienti, e 7 suore, fra cui appunto Suor Nanetti. Papa Pio XII li volle Beati il 24 novembre 1946 mentre il giorno 1 ottobre 2000, anno centenario del loro martirio, accomunati ad un centinaio di altri martiri della Cina dei secoli XVII, XVIII e XIX sono stati proclamati “Santi” dal pontefice Giovanni Paolo II nella cornice del Grande Giubileo della Chiesa. Chi volesse approfondire la vita e la testimonianza cristiana di Santa Maria Chiara Nanetti e del fratello Padre Barnaba può attingere a numerose pubblicazioni e scritti.

Vorrei qui ricordare quelli del compianto Mons. Florindo Arpa, di Franco Teodori, di Lorenzo Zavalloni. Assai ben documentato quanto appare in “Una Santa tutta Missionaria. Maria Chiara Nanetti” in Quaderno n. 11 del CEDOC.SFR Ferrara, 2009 a cura di Adriano Mazzetti con un ottimo contributo di don Gabriele Fantinati, attuale arciprete di Ariano nel Polesine. Consiglio anche i testi di Enzo Tramontani apparsi sulla rivista diocesana di Ravenna “Risveglio 2000”, in particolare il libro “Tai-yuan, L’ora del sogno. Maria Chiara Nanetti nella Cina dei Martiri” (Ed. EMI, Bologna, 2000), e “P. Barnaba Nanetti. Fratello di una Santa Martire”, voluto dal parroco di Cologna don Rino Lotto, edito nel 2001 coi tipi della Soc. Artigiana per la Stampa di Ariano nel Polesine (Ro).

GIOVANNI RAMINELLI

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