Serravalle – “Valeriano Chiarati: insorgente” è stata la sua ultima fatica ma il professor Giovanni Raminelli arriva da una lunga storia fatta di racconti storici, aneddoti, curiosità, perlopiù locali, che partirono 40 anni orsono, tanti sono gli anni che il professore ha dedicato a questa passione, con oltre trentacinque pubblicazioni, libri e opuscoli, e poi molti gli inserti in varie pubblicazioni, innumerevoli articoli per giornali, riviste anche scolastiche, presentazioni.
“E guardando indietro mi sembra che il tempo sia volato – dice il professor Raminelli – Per questo ringrazio Dio e la mia famiglia: il primo per il tempo che mi è stato donato, la seconda per la pazienza e il supporto che mi sono stati offerti in questi anni. Poi devo ringraziare quanti si sono appassionati alla conoscenza della storia delle nostre zone e che ancora oggi leggono o studiano i miei lavori”.
Una passione, quella dello scrivere, ispirata dallo zio. “Mi rivedo bambino e certamente la passione per le “storie” del passato mi venne quando ascoltavo i racconti di guerra di un mio zio paterno, Ugo, che aveva combattuto nella prima guerra mondiale ed era riuscito a salvarsi nonostante l’inferno patito nel campo di concentramento austriaco di Innsbruck.
Poi c’erano le storie dei vecchi della mia famiglia che dal Veneto si erano trasferiti a Serravalle ai tempi della bonifica ottocentesca. Poi le tante letture di libri che fin da ragazzo aumentarono di anno in anno la mia curiosità verso il passato. Insomma l’amore per le “vecchie” carte mi portò anche ad accedere, col permesso di don Silvio Padovani, all’archivio parrocchiale di Serravalle e fu proprio quel parroco a chiedermi di aiutarlo a mettere ordine in numerose cartelle e soprattutto ai libri canonici dei battesimi, dei matrimoni e dei defunti.
Allora ero adolescente ma mi venne data fiducia. Svolsi l’incarico con molta serietà, quei libri li sistemai e ordinai. Poi cominciai pure a consultarli attirato dalle tante notizie che vi si potevano ricavare: capii subito che esaminandoli con attenzione si scopriva il mondo dei nostri antenati, forse un microcosmo ma era la storia del nostro paese, l’insieme delle vicende che avevano caratterizzato per secoli la nostra comunità. E con la storia del paese e delle famiglie cominciai pure a interessarmi delle vicende dei Giglioli, patrizi di Ferrara, conti di Serravalle e giuspatroni della nostra chiesa”.
È dopo tanta lettura Raminelli ha iniziato a scrivere. “L’idea della redazione di un volume sulla storia di Serravalle l’ebbe l’indimenticabile don Giovanni Camarlinghi. Egli mi diede un grande supporto nell’ottenere i dovuti permessi per accedere agli archivi delle diocesi di Adria, Ravenna e Ferrara nonché delle parrocchie vicine e di raccogliere centinaia di fotocopie di atti e documenti.
In qualche anno mi fu possibile mettere insieme un testo che, pubblicato sotto l’egida della parrocchia di Serravalle, con il contributo dell’allora Cassa di Risparmio di Ferrara, venne donato a tutte le famiglie del nostro paese e raggiunse anche tanti compaesani che abitavano a Milano, Torino, Genova, Varese e in altre città del nord-Italia e non solo. Molte furono le offerte raccolte con la distribuzione del libro, e con esse si consentì alla parrocchia di eseguire lavori necessari alla chiesa, alla canonica e agli ambienti attigui.
Personalmente in quel caso, e anche in seguito, ho sempre rinunciato ai diritti d’autore e a compensi, credendo che l’impegno di ricerca e di divulgazione debba essere inteso come un servizio che si deve alla nostra gente, soprattutto perché i giovani capiscano il passato per diventare protagonisti dei loro giorni”.
Ma Raminelli è andato anche fuori dal suo paese. “Devo aggiungere che non c’è stato solo Serravalle e il suo territorio nel mio impegno di ricerca. Ho studiato Berra, la formazione del Comune, la Venerata Immagine della Madonna della Galvana. Ho indagato su Cologna in merito a Mons. Zama Zamboni e recentemente sulla figura di Valeriano Chiarati il mugnaio “insorgente”. Ho scritto un libro su Mezzogoro, un altro su Contane, un altro ancora su Gherardi. Ho collaborato con il caro amico Gianfranco Cori allo studio e alla pubblicazione di un libro su Mesola, Massenzatica e Monticelli. Mi sono occupato della biografia della venerabile Flora Manfrinati (Edizioni San Paolo) e di quella della giovane Laura Vincenzi, morta in odore di santità.
Per Lagosanto ho realizzato una ricerca sul censimento del 1796 in occasione delle celebrazioni per ricordare il millenario della comunità. Ho dedicato lavori a don Pietro Rizzo parroco di Jolanda di Savoia e martire alla Macchinina di Goro, a don Francesco Migliorati che fu internato nei lager nazisti, ai sonetti e agli scritti di don Michelangelo Sandri, al nostro poeta Anselmo Morelli con l’antologia delle sue poesie e il Diario di Guerra.
Con altri amici polesani, in particolare con il professor Paolo Rigoni, ho condotto uno studio sulla figura del partigiano Mario Bonamico (CIERRE Edizioni). Poi, per la nostra parrocchia, un opuscolo in occasione del 25° anniversario della consacrazione, uno sulla reliquia della Santa Croce e un altro opuscolo sulla Casa di Riposo.
Da non dimenticare pure in favore dell’Ente Palio Serravalle uno studio sul nostro dialetto gratificato dalla presentazione del più grande esperto dialettologo italiano il prof. Manlio Cortellazzo”.
Insomma, il Basso Ferrarese l’ha abbondantemente indagato, anche attraverso studi e ricerche con altri autori. “Per il Club Alpino Italiano ho scritto del castello e della tenuta estense di Mesola. Mi sono dedicato alla storia degli asili nel Basso Ferrarese tra ‘800 e ‘900 per la Collana “I sentieri dell’educazione” curata dal professor Giovanni Genovesi dell’Università di Ferrara, e circa l’istruzione prima e dopo l’unità d’Italia in Codigoro e nelle sue frazioni nel testo “La scuola con le grucce” curato dai professori Vincenzo Bonazza e Giuseppe Inzerillo.
Mi ha fatto molto piacere inoltre che alcuni amici mi abbiano chiesto di redigere presentazioni alla pubblicazione di loro lavori: Roberto Manzoli, Massimo Trentini, Alberto Astolfi, Gianfranco Cori, Maurizio Grandi, don Carlo Maran. Un altro momento di impegno, molto gratificante, c’è stato con la autoedizione di tre romanzi storici ambientati nel biennio 1838-39 a Serravalle e nei paesi circonvicini.
Peccato che l’ultimo uscito nella primavera di quest’anno non si sia potuto presentare ufficialmente date le restrizioni per la pandemia. In particolare vorrei poi sottolineare come alcuni mesi fa abbia concluso uno studio condotto su qualche migliaio di documenti conservati nell’archivio di Casa Giglioli presso l’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara. Documenti civili e religiosi su Serravalle, le famiglie, il territorio: tutti fotografati, trascritti e interpretati e pubblicati a colori in sette volumi, un’opera unica, che non esito a definire monumentale, e che in copia numerata, non appena possibile e con una cerimonia patrocinata dal Comune di Riva del Po, verrà donata alla Parrocchia di Serravalle, alla Biblioteca di Berra, alla Biblioteca comunale di Papozze, alla Parrocchia di Ariano nel Polesine perché non vada perso un patrimonio di storia che appartiene a tutti e che può far comprendere l’evoluzione e la storia delle nostre zone.
Da ultimo comunico che il prossimo futuro riserva qualcosa che potrà interessare gli amici di Berra. Qualcosa di inedito sulle famiglie berresi fra Sette e Ottocento, e che ha richiesto alcuni anni di studio. Una pubblicazione in tiratura limitata di copie. Uscirà di tipografia in gennaio”.
Giovanni Raminelli si è Diplomato all’Istituto Magistrale “G. Badini” di Adria (Ro) nel 1970.
Laureato in Pedagogia ad indirizzo psicologico nel 1981 presso la Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Padova. Applicato presso l’Ufficio Segreteria del Comune di Berra dal 1972 al 1976. Insegnante di scuola elementare dal 1976 nel Mesolano, e incarico di vicario del direttore didattico con distacco dall’insegnamento dal 1988 al 1991.
Direttore didattico a Nova Milanese (Mi) nel 1991. Direttore didattico a Codigoro, Lagosanto, Mesola, Iolanda di Savoia dal 1992 e fino al 2006. Funzionario responsabile dell’Offerta Formativa, del coordinamento dei dirigenti scolastici e della didattica musicale in Provveditorato a Ferrara dal 2007 al 2011. Ha ricoperto anche l’incarico di Presidente del Distretto Scolastico di Codigoro; Presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Maestri Cattolici; Presidente provinciale dell’Ente Nazionale di Assistenza Magistrale. Riconoscimenti e onorificenze: Medaglia d’argento della Sezione ferrarese del Nastro Azzurro (1995); Socio onorario del “Serra Club” di Ferrara (1997); Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 2011, anno della quiescenza.
Views: 354