venerdì, Aprile 26, 2024
Storia

INQUADRAMENTO STORICO-AMMINISTRATIVO – Parte Prima –

INQUADRAMENTO STORICO-AMMINISTRATIVO

Volendo inquadrare dal punto di vista storico-amministrativo la parte di territorio in cui è compreso Serravalle, bisogna necessariamente rifarsi alla storia più generale del comprensorio copparese. Vedremo, invece, in un altro capitolo, che la storia religiosa dipenderà grandemente da altri centri, quali Adria ed Ariano Polesine, obbligando la popolazione serravallese a gravitare per le sue necessità spirituali, ed in parte sociali, ora verso un centro ora verso l’altro.

Per non slegare la storia della nostra zona dal contesto delle vicende nazionali, almeno di quelle a noi più vicine, ho ritenuto opportuno fornire al lettore una visione più ampia con la certezza di aver reso un servizio, per quanto umile, alla migliore conoscenza del tessuto territoriale, sociale, politico e religioso dei nostri luoghi e della nostra gente.

Non è ancora del tutto chiara, nonostante il numeroso stuolo di studiosi che vi si sono dedicati, la questione della attendibilità attribuibile a due diplomi: il primo di papa Giovanni X, il secondo di Martino (o Marino) II , datati rispettivamente maggio 920 e 11 (?) giugno 944, concessi entrambi alla Chiesa di Adria. In quello di papa Martino si precisano i confini della pieve di San Giorgio in Tamara, Massa Copario, ed il fondo Ambrosio. Non è scopo precipuo del presente lavoro entrare nel merito di una questione che ha appassionato tanti studiosi, tuttavia è certamente ammissibile che i luoghi or ora citati esistessero realmente già all’epoca dei due diplomi papali. Secondo il Bocchi i nomi dei luoghi “non saranno stati inventati, ancorché si volessero inventare i titoli”. Infatti lo studioso adriese annota nella sua opera come il diploma di papa Giovanni (lo stesso dicasi per quello di Martino II) porti, alla fine la dicitura “che fu copiato da Domenico notajo della S. Ch. Adriese nel 1151. 17 Aprile Ind. XIV, regnando Eugenio papa e Corrado re” e, aggiunge ancora l’adriese, “queste date son giuste”.

Il territorio viene successivamente indicato come “massa Cuparii” in un atto enfitèutico sicuramente della prima metà dell’XI secolo. Esistono tuttavia altri numerosissimi atti che si riferiscono a terreni posti in prossimità di Serravalle in località i cui nomi sono oggi in massima parte perduti. Bisogna arrivare al 1340 per vedere in atti relativi al capoluogo di Copparo l’accenno ad esso come proprietà degli Estensi, ai quali rimase fino alla morte di Alfonso II, avvenuta nel 1597.

Già in un altro capitolo abbiamo accennato alle condizioni del territorio prima dell’intervento razionale dell’uomo per la bonifica di una vasta zona in prevalenza paludosa, detta “polesine di Ferrara” è situata ad est della città, perché ora ce ne sia offerto motivo di ulteriore trattazione. Ricorderemo quindi che già fin dalla metà del 1400 il duca Borso aveva ordinato lavori per ripulire e migliorare la rete degli scoli al fine di incrementare la produttività dei terreni. Della bonifica di queste zone se ne occupò anche Ercole II ed in special modo Alfonso II. Attorno al 1580 le plaghe paludose della bonifica estense videro riaffiorare terreni un tempo fertili. Gli Estensi poterono riuscire in ciò grazie allo studio tecnico ed alla progettazione dell’Aleotti il quale, fra l’altro, fu il principale compilatore di quel “Libro del Estimo di tutta la Bonificazione del Polesine di Ferrara” che può ben definirsi il più antico catasto del ferrarese di cui sia rimasta traccia.

Dal 1598, anno in cui papa Clemente VIII toglieva la sovranità agli Estensi ed instaurava in tutto il territorio il governo pontificio che durò fino al 1796 (data che ricorda l’instaurazione del governo francese), le condizioni del territorio peggiorarono per l’incuria dei proprietari terrieri e, in conseguenza di ciò, per la cattiva manutenzione delle bonifiche estensi, ricomparve la temuta malaria.

Indubbiamente il taglio di Porto Viro (1599) che i veneziani avevano ottenuto dal pontefice per evitare l’insabbiamento della laguna di S. Marco, contribuì non poco al nuovo impaludamento cui diede man forte l’opera devastatrice delle frequenti rotte del Po: “tranne che sui terreni più alti, le acque ripresero il dominio del Polesine di Ferrara e la canna palustre fu di nuovo il suo maggior prodotto”.

L’accentramento amministrativo e politico instaurato del governo pontificio impedisce tuttavia di poter parlare del territorio stesso come di entità ben definita da confini circoscrizionali. E necessario perciò limitarsi a constatare a quali giurisdizioni (davvero più politiche che amministrative) i diversi centri (o “villae”, come erano denominati) appartennero per tutti i primi tre secoli di “dominio” pontifìcio.

In una nota della Legazione di Ferrara (7 maggio 1709) riguardante la ripartizione della spesa per il contributo dovuto dalle singole “villae” al mantenimento del vettovagliamento delle truppe alemanne – che avevano piantate le loro tende lungo il Po – veniva ordinato al governatore di Crespino di procedere al riparto fra due zone (sotto il suo diretto governatorato), comprendenti l’una Papozze, Villanova a Canal Nuovo, l’altra, al di qua del Po, comprendente Berra e Cologna. Copparo dipendeva, quindi, dalla Legazione di Ferrara, e lo si può notare in una nota di corrispondenza dell’anno seguente. Nel 1787 il governo pontificio ordinò una statistica per determinare “Lo Stato Generale delle Anime alla Pasqua” dello stesso anno e, il territorio di cui trattiamo, risultò come segue:

a) Podesteria di Migliaro: Rero;
b) Podesteria di Garofalo: Guarda F. – Ro – Zocca;
e) Governo di Crespino: Berra – Cologna;
d) dipendenti dal Distretto di Ferrara: Copparo – Ambrogio – Cesta – Coccanile – Formignana – Fossalta – Gradizza – Sabbioncello di Sopra – Sabbioncello di Sotto – Tamara – Saletta.

Il governo pontificio cadde nel 1796  ed il regime francese, instauratesi il 22 giugno 1796, cominciò una vera e propria delimitazione circoscrizionale del territorio con il decreto del Gran Consiglio del 9 luglio 1798 che vide, perciò, la costituzione di due amministrazioni municipali dette, la prima della Lavezzola (con sede in Cologna e comprendente Guarda, Berra, Ambrogio, Fiumana), e la seconda del Brazzolo (con sede in Copparo e comprendente Correggio, Corlo, Cesta, Coccanile, Gradizza, Tamara, Saletta, Ro, Zocca, Formignana, Sabbioncello di Sopra e Sabbioncello di Sotto, Tresigallo, Viconovo, Albarea, Villanova, Denore).

 

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