sabato, Luglio 27, 2024
Storia

IL PO GRANDE

Il Po delle Fornaci e quello d’Ariano con il taglio detto Contarino.

IL PO GRANDE

Il più grande fiume d’Italia (lunghezza totale: 652 km. Circa), che costeggia l’intero confine nord del territorio del Comune di Berra, ha preminenti funzioni di distributore di acque irrigue e, non ultima, quella importantissima di navigazione interna. Le difese arginali si fanno risalire fino alle origini della grande palude padana “Padusa” e l’inizio di tali costruzioni coincise pure con quello dei primitivi insediamenti umani. Dopo migliaia di anni, solo con la metà del XIX secolo si può parlare di un vero e proprio sistema di difese arginali alle quali sono riconducibili i grandi argini maestri e le numerose chiaviche. D’altronde, a tali opere di “contenimento” fece altalena, ed ancora oggi continua a farlo, il progressivo rialzo dei livelli di piena. Nel 1800 il Lombardini si preoccupava di far presente come fosse incidente sul rialzo dei livelli di piena a Pontelagoscuro l’estendersi progressivo delle arginature a monte.

Dopo le piene, e le conseguenti rotte degli anni 1907, 1917, 1926, e dopo quella del 1951 (che interessò il tronco Occhiobello-Paviole) si determinò come conseguenza immediata l’innalzamento delle arginature da 1 a 2 metri. Che dire poi delle profonde sollecitazioni cui sono soggette le arginature maestre durante le piene. Basti pensare all’intumescenza del 1951, per la quale si è calcolata un’onda di piena di 12.000 me. al secondo, con una velocità massima di 4 mc./sec. Si ricordino poi le sette piene che hanno caratterizzato il periodo ottobre/novembre 1976. Ve poi stato un continuo e sistematico abbassamento del suolo e ad esso sono da affiancare pure i molteplici effetti di una eterogenea composizione delle terre arginali, terre diverse per contenuto argilloso e sabbioso che sono spesso le vistose cause dei fontanili osservabili nei punti critici delle arginature. Nel tronco da foce Panaro a Serravalle vi sono in particolare 5 zone a sinistra e 2 a destra che presentano elementi di particolare pericolosità.

Per quanto concerne i punti di passo sul Po, dobbiamo ricordare quello fra Papozze e Serravalle. È da dire, infatti, che l’esigenza di un collegamento fra le due sponde, maggiormente richiesta dopo l’unità d’Italia, venne a soddisfarsi fin dal 1866 con un consorzio fra il Comune di Copparo (Serravalle era in quel tempo frazione di detto Comune) e quello di Papozze per l’esercizio del passo sul Po tra le due località. Il “passo” era doppio e veniva esercitato mediante due battelli uniti con apposito assito per trasbordo dei rotabili, ed un altro battello piccolo per il trasbordo dei pedoni dall’una all’altra sponda. La convenzione venne rinnovata con deliberazione del Consiglio comunale di Berra n. 119 del venerdì 12 dicembre 1911.

In prossimità della riva di Po grande era situata anche la piarda comunale, un tempo efficientissima in riferimento al fatto che i trasponi per via d’acqua erano assai frequenti.

In anni più recenti il passo doppio è stato tolto e sostituito con un servizio non più regolato da convenzione ed esercitato da privati. Tale servizio attualmente non è più in funzione, avendone cessata l’attività da alcuni anni il caratteristico e simpatico “Pipìo”, battelliere di Papozze, e quasi sicuramente uno degli ultimi del delta.

Da qualche anno il Comune di Berra ha stipulato una convenzione con il Comune di Villanova Marchesana (Rovigo) per l’esercizio di un punto di passo sul Po tutt’ora funzionante fra quei due paesi.

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