venerdì, Aprile 19, 2024
Curiosità

Parma – Dalle acque del Po spunta un piranha

UN PIRANHA

Mauro Bonazzi di Guastalla lo ha pescato nel tratto del Po fra Torricella di Sissa e Torricella del Pizzo. Dopo alcuni avvistamenti stavolta c’è la conferma dell’Acquario del Po. La specie, di origine tropicale e nota per la sua voracità, probabilmente abbandonata sulle rive della ‘bassa’

Stavolta è vero. C’è pure la controprova degli esperti: pescato un piranha nel tratto parmense del Po. Non c’entrano, in questo caso, le leggende estive da giornali in secca. Tipo quella volta, nel luglio ’98, in cui mezza Parma urlò al pesce siluro nel Parco ducale. No. A certificare la notizia è adesso l’Acquario del Po, che si dilunga nei dettagli: trattasi di una varietà chiamata Piranha pygocentrus netterreri – spiegano da Mottola Baluffi, nel cromonese – altresì detta Piranha rosso, uno di quei ‘mastini’ da acque tropicali con denti affilatissimi e capaci di frantumare un vitello intero.

 Il pescatore di pirahna è Mauro Bonazzi da Guastalla, nel reggiano. Il ‘mostro’ ha abboccato al suo amo tra Torricella di Sissa e Torricella del Pizzo, in provincia di Parma. Era andato per prendere un paio di carpe, Bonazzi da Guastalla. E invece ha tirato su un piranha, manco fosse sul Rio delle Amazzoni. Subito il pescatore non ha realizzato. L’occhio esperto, però, l’ha convinto più tardi dell’impossibile: un pesce tropicale, assai vorace e lungo anche 30 centimentri, sbucato dalle acque padane e appeso alla sua lenza.

Per averne la certezza, Bonazzi s’è rivolto subito agli zoologi di Mottola, che hanno confermato. Ebbene sì, hanno sentenziato dall’Acquario del Po, nel parmense ci sono i pirahna. O almeno ce n’era uno. Come sia avvenuta la tropicalizzazione del Grande fiume è per ora un mistero. Di solito i pirahna sguazzano in branco nei bacini del Sudamerica, in Brasile per esempio. Un’ipotesi potrebbe essere quella del piranha abbandonato: qualcuno, magari il proprietario di un acquario esotico, stufo del proprio ghiribizzo l’avrebbe liberato sulle rive della ‘bassa’. Difficile, del resto, pensare ad un trasferimento autonomo del ‘mastino’ nelle acque nostrane.

Certo è che, adesso, il carniere dei pescatori padani si arricchisce d’una nuova specie. Finora i vanti di tutti erano incentrati sul pesce siluro, il ‘coccodrillo’ del Po o balena della Mosella. Ognuno racconta la sua, in merito alla grosso animale dell’est europa. C’è quello che giura d’averlo visto uscire dall’acqua per aggirarsi tra stalle e pollai della ‘bassa’. C’è quell’altro che assicura d’aver trovato nella pancia d’un siluro resti di esseri umani. E’ nota poi la vicenda del 1998, quando nel periodo estivo impazzò la voce su un siluro nel laghetto del Parco ducale: lo squalo abita a Parma, si sbizzarrì la cittadinanza. Non manca neppure chi esagera, come al solito. E allora ecco la leggenda delle leggende: nel ravennate, in una mattina del settembre 1997, un agricoltore narra d’aver incontrato un ‘bambino siluro’, un essere cioè in tutto somigliante a un ragazzino ma con una coda argentea al posto delle gambe. Su quest’ultimo avvistamento, però, non è noto il parere dell’Acquario del Po. Si attende, piuttosto, il pronunciamento degli alcolisti anonimi. (23 agosto 2009)

Tratto da Internet

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