lunedì, Aprile 29, 2024
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ALBERONE – IL MEDICO VA IN PENSIONE E IL PAESE PERDE UN’ALTRO SERVIZIO AI CITTADINI – LO DENUNCIA IL PARTITO DI F.D.I. – IL SINDACO CHIAMATO IN CAUSA SPIEGA CHE IL COMUNE NON PUO’ FARE NULLA: SOLO L’ASL PUO’ …

Alberone – “Un’altro servizio al cittadino perso a Riva del Po”. Una denuncia che arriva dal partito di Fratelli d’Italia del comune rivierasco. Dal primo del 2024 l’ambulatorio del medico di medicina generale di Alberone verrà chiuso.

“Dopo decenni il 29 dicembre l’ambulatorio medico di Alberone frazione di Riva del Po chiuderà i battenti. La Dottoressa Maria Cristina Bonaguro, l’ultimo medico rimasto nella struttura, raggiunta l’età pensionistica cesserà il suo servizio proprio il 29 dicembre – spiega Cinzia Milani, componente del direttivo Fratelli d’Italia di Riva del Po – A quanto pare l’amministrazione comunale di Riva del Po non ha dato segno e la volontà di fare in modo con ogni mezzo, magari proponendolo al medico sostituto della Dottoressa Bonaguro, che la struttura rimanga aperta soprattutto per continuare a dare un servizio a quei cittadini, per lo più anziani con grosse difficoltà, di spostarsi autonomamente per raggiungere gli altri studi.

Un vecchio detto dice “volere è potere” ma si vede che a Riva del Po il potere pende da tutt’altra parte”. Accuse che il sindaco Andrea Zamboni respinge e rimanda al mittente. “Il Comune non ha potere di obbligare medici ad aprire ambulatori ma lo può fare solo Azienda Sanitaria – precisa il primo cittadino – Il Comune, come ha sempre fatto, mette a disposizione spazi “in comodato d’uso gratuito” per MMG che vogliano aprire studio ed attività. Ad Alberone i locali restano a disposizione del medico subentrante che voglia fare attività anche in quella frazione”.

Sono gli stessi spazi che il dottor Zamboni usava fino al primo marzo scorso, quando è andato in pensione.

“Il Comune non ha alcun potere di obbligare un libero professionista a prestare attività in un posto – spiega ancora Zamboni – Quando i MMG saranno dipendenti SSN, ed io lo sostengo da tempo, allora il Comune può chiedere di aprire studio in certe località. Ora, con le regole attuali, chi può imporre apertura dello studio è l’azienda sanitaria”.

(dmb)

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