venerdì, Aprile 26, 2024
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Il turismo lascia sul campo 95 miliardi – Confesercenti: oltre 100mila imprese a rischio chiusura con 350mila lavoratori coinvolti

La seconda ondata della pandemia rischia di dare un colpo mortale al settore. Lo ha affermato il presidente di Assoturismo, Vittorio Messina, nel testo elaborato per l’audizione alla Commissione attività produttive della Camera sulla legge di Bilancio. La stima di Assoturismo Confesercenti è che l’anno in corso si chiuderà con “una perdita di almeno il 60%, cioé almeno 95 miliardi. Oltre 100mila imprese sono a rischio di chiusura definitiva, 350mila lavoratori coinvolti”. Secondo Messina, “bisogna ora passare a provvedimenti di sistema” e programmare interventi a favore della filiera: occorrono delle riforme a partire da quella fiscale, tributaria e del mondo del lavoro. E nella legge di Bilancio, occorrerà “l’immissione di nuova liquidità nel comparto turistico, ma non tramite nuovo indebitamento, che porterebbe solo a far esplodere il sistema, ma attraverso sostegni a fondo perduto e investimenti sensati che consentano di traghettare le imprese e le professioni turistiche, verso la ripresa del sistema”.

Per la ristorazione la perdita è di 33 miliardi

Il settore delle ristorazione “è devastato, la situazione realmente drammatica: la perdita è stimata in 33 miliardi, con un crollo del 35% del fatturato, con 60 mila imprese a rischio e con oltre 300 mila posti di lavoro a rischio. Lo ha detto Roberto Calugi direttore di Fipe Confcommercio, nel corso dell’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera sulla legge di Bilancio. “Ogni giorno – ha detto Calugi – sono a contatto con la disperazione degli operatori del settore”. La Fipe ha chiesto tra le varie cose un intervento sui canoni di locazione: “gli operatori in moltissimi casi non hanno più i soldi per pagare gli affitti: abbiamo due scelte, o riempiamo i tribunali di contenziosi, cosa che sta già avvenendo, o troviamo delle normative che, a basso costo per lo Stato, permettono di arrivare a nuovi accordi almeno fino a quando ci sarà lo stato di crisi, tra locatori e locatari. Noi proponiamo che si adottino forme di cedolare secca che favoriscano le rinegoziazione tra proprietari e gestori”.

Confturismo: “Rischio business azzerato fino a Pasqua”

Sette italiani su 10 non prendono neanche in considerazione l’ipotesi di fare una vacanza, fosse anche solo di 2 giorni, da qui a fine gennaio. Lo rivela Confturismo, che in base all’indagine mensile condotta da Swg, spiega che la propensione a viaggiare (calcolata con interviste fatte a metà novembre) è scesa a 39 punti su scala 0-100 – il valore più basso mai registrato in 6 anni di rilevazioni – 31 punti in meno rispetto a novembre 2019. L’elemento alla base di tutto questo è la paura della pandemia, come dichiara il 66% degli intervistati. Un timore tanto radicato da influenzare tutti i mesi a venire, addirittura fino a luglio 2021, quando gli intervistati, probabilmente più per la lunga gittata della previsione che per altro, considerano seriamente la possibilità di fare una vacanza di almeno 7 giorni. “Uno scenario – spiega Confturismo, in occasione dell’audizione alla Commissione attività produttive della Camera sulla legge di Bilancio – dettato in parte dalle misure di restrizione alla circolazione delle persone attualmente in vigore e, in parte, dall’emotività, che, se venisse confermato dai fatti, vedrebbe praticamente azzerato il business del settore per le settimane bianche, Carnevale e Pasqua”.

L”annus horribilis’ degli alberghi

Il comparto ricettivo chiuderà l’anno con una perdita di 14 miliardi di euro, facendo registrare un calo del 57% rispetto al 2019. Sono le stime di Federalberghi, presentate in occasione dell’audizione alla Commissione attività produttive della Camera sulla legge di Bilancio. “L’impatto sulle imprese e sui posti di lavoro – ha sottolineato il direttore generale di Federalberghi Alessandro Massimo Nucara – risulta devastante. Dall’inizio della crisi, alberghi e ristoranti hanno utilizzato 390 milioni di ore di cassa integrazione. E a ottobre il dato è aumentato a dismisura con 51 milioni di ore rispetto ai 30,5 milioni di settembre”.

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