venerdì, Aprile 19, 2024
LeOpinioni

MA QUANTO COSTA DIGERIRE… CERTE AFFERMAZIONI – di Leonardo Peverati –

“Digerire” dopo aver appreso che la cucina italiana è quasi completamente da “buttare”, non è semplice. Dopo anni in cui siamo stati all’avanguardia per varietà e qualità di prodotti tipici, vanto di tradizioni secolari, si apprende che la nuova frontiera a tavola sia rappresentata dalle “cucine” di quegli stati, fino a poco tempo fa, ritenuti poveri di risorse.

Prosciutti, salami, pancette e “salamine da sugo” …….e formaggi di ogni tipo, cederanno quasi obbligatoriamente il passo a scarafaggi fritti, cavallette e a spiedini di ghiottonerie simili. Una piacevolissima notizia per uno come me che non ha mai mangiato una rana!

Capisco che addentrarsi nel problema sia come attraversare una palude, ma gli italiani hanno come sempre capito, tutti abbiamo capito. Ed è singolare che tutto ciò lo dobbiamo capire e “digerire” dopo aver ospitato l’EXPO che aveva per tema: “ Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.

A volte credo che le sorti del mondo siano in mani strane e penso che organizzazioni da sempre ritenute fondamentali per la convivenza civile, siano del tutto inutili, dispendiose e deleterie.

Continuerò a mangiare il salame all’aglio, ad assaggiare anche se raramente la “Salamina da Sugo”. Continuerò a bere il mio bicchier di vino ogni pasto.

Mangerò carne e pesce: lo farò cercando come sempre di non esagerare. Lo farò alternando il tutto con la buona, mitica ed eccezionale “Pasta Asciutta”, condita con la Passata Italiana e il nostro Extravergine di Oliva e, se potrò, lo farò con quello che mi passa l’orticello dietro casa.

Non mangerò cavallette e scarafaggi e nessun insetto di altro tipo. Non lascerò che altri m’insegnino a mangiare. Sulla mia tavola l’avanguardia della cucina “scarafeggesca” non attaccherà.

Noi tutti non dovremo permettere che loschi giochi economici ci tolgano il primato che abbiamo costruito con sacrifici, cultura, intelligenza e ingegno che nessun altro ha mai avuto al mondo.

La nostra tavola è fonte, fra l’altro, di una ricerca accurata e di prodotti fra i più controllati al mondo.

La difesa piuttosto della nostra genuinità e il non permettere che tedeschi ed europei vari facciano scempio dei nostri buoni prodotti tipici, dovrebbe essere la nostra unica preoccupazione in questo campo.

Sentire che a fianco delle cavallette, migliori del culatello, si pensa a prodotti commestibili provenienti dalla chimica, mi fa degenerare lo spirito.

La cioccolata in Italia la facciamo col cacao e non in laboratorio, i formaggi li facciamo con il latte, magari di pecora o di capra e non con quello in polvere. Per chi non lo sapesse, col latte di bufala siamo specialisti a far mozzarelle.

E come direbbe Greggio: Ma per favoreee !!!!!!!!!

Leonardo Peverati – 30 Ottobre 2015

 

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