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RO, SPECIALE VISITA TURISTICA IN MOUNTAIN BIKE PER GLI ISCRITTI DEL C.A.I. DI TREVISO OSPITATI DALLA PROLOCO “TERRE BACCHELLIANE” – DOMENICA 15 SETTEMBRE 2019 –

Ro. Domenica 15 settembre la Proloco roese “Terre Bacchelliane” ha ospitato un gruppo del CAI di Treviso, in visita sulla ciclabile Destra Po per una escursione in mountain-bike. L

a mattinata è iniziata ad Occhiobello, dove i trevigiani alloggiavano; alcuni volontari della Proloco hanno fatto strada, tutti rigorosamente in bicicletta, per arrivare al Mulino sul Po. La tappa è stata caratterizzata dalle spiegazione di questo luogo. Poi, ripresa la bici, per andare a Guarda: chiesa e museo contadino i due luoghi di interesse, sempre illustrati da volontari della Proloco.

Durante questo percorso si sono alternate alcune soste, con ristori offerti dai cittadini del posto. “Una giornata stupenda – spiega Massimo Maranini, presidente della Proloco – i nostri ospiti sono stati contentissimi e ci hanno ringraziato. Una giornata formativa anche per noi della Proloco, contenti di aver dato il nostro contributo per la buona riuscita di questa loro uscita”.

Non sono mancati i complimenti del CAI di Treviso alla Proloco “Terre Bacchelliane”.

“Un ringraziamento per la splendida giornata che avete organizzato per noi – ha detto Rita Giannetti, referente del gruppo – l’accoglienza che ci avete riservato, le competenze organizzative, culturali e il grande amore che avete per il vostro stupendo territorio, testimoniano l’importanza della comunità; la salvaguardia della nostra storia è la memoria che tutti noi dobbiamo tenacemente conservare delle nostre origini”.

Poi i ringraziamenti. “Un grazie a Leonardo e Giuliano e il gruppo ciclistico tutto: è la prima volta che veniamo accompagnati da persone che come noi amano la bicicletta e l’ambiente naturale. Al professore che ci ha accolto nella sua casa come se fossimo dei parenti, all’architetto e al gruppo di Bacchelliani che ci ha fatto scoprire la storia minore di Ro e Guarda, che non avremmo potuto conoscere senza di loro. Ai responsabili del Museo dell’arte contadina, perché preservare la memoria ci rende tutti migliori. Ed un grazie a tutta l’organizzazione”.

(d.m.b.)

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