Siamo in un momento storico in cui il divario tra chi sa utilizzare la tecnologia e chi no si amplia sempre di più. Non si tratta di un fattore positivo o negativo: il digitale avanza, e con esso tutto ciò che ne consegue.
Secondo lo studio Italia 5.0 condotto da TEHA Group e Philip Morris (LINK 1 a fine articolo), l’Italia sta attraversando quello che viene definito “inverno demografico”, cioè un periodo in cui il paese continua a perdere cittadini senza che vengano “rimpiazzati”. Per fare un esempio: in 30 anni l’Italia ha perso 7,3 milioni di persone con meno di 45 anni.
Indubbiamente questo comporta, o comporterà in futuro, una riduzione notevole in tutti i settori produttivi: un mercato del lavoro in cui l’offerta sarà inferiore alla domanda e, soprattutto, la richiesta di nuovi lavori non troverà la giusta base di competenze necessarie (vedi tutti i nuovi lavori nati grazie all’intelligenza artificiale).
Ma senza entrare in una sfera di emozioni negative, c’è sempre la possibilità di colmare questo divario grazie alla formazione permanente, anzi, attraverso una vera e propria alfabetizzazione digitale.
Beninteso, non è acquistando uno smartphone che si diventa subito capaci di navigare in internet filtrando i dati. Non sempre siamo veloci nella valutazione delle informazioni e nella gestione dei contenuti digitali.
Nonostante l’Unione Europea abbia creato il DigComp sulle competenze digitali per i cittadini (LINK 2 a fine articolo), io penso che bisognerebbe fare un passo ancora più indietro e comprendere bene le basi della tecnologia: leggere, scrivere e “fare di conto”.
Lo dico sempre nei miei corsi di informatica: “La prima regola dell’informatica è leggere”. Leggere cosa? Leggere ciò che vediamo sul monitor o sullo schermo dello smartphone, non fermarsi ai titoli, ma andare oltre, anche nei termini e nelle definizioni che non conosciamo, anzi, soprattutto quelli. La lettura comporta la conoscenza delle parole “digitali” legate a questo nuovo mondo: TikToker, Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Database, ecc.
No, non si tratta di scrivere un messaggio su WhatsApp, ma di fare un ulteriore passo indietro: sappiamo scrivere una lettera formale tramite il computer? Sappiamo gestire un documento di videoscrittura formattandolo secondo le nostre necessità? Quello che impariamo a fare tramite il computer lo sapremo poi gestire con maggiore facilità anche su smartphone o tablet.
Fare di conto significa saper usare il computer per quello che è: un calcolatore elettronico. Significa saper gestire un piccolo modello di calcolo per la propria casa, conoscere le entrate e le uscite (di solito sono maggiori le seconde a discapito delle prime) e questo ci dà una maggiore consapevolezza della nostra situazione economica.
Questo è il nucleo principale di quella che io chiamo “alfabetizzazione digitale”.
Solo successivamente possiamo integrare tutte le altre competenze consigliate dall’UE o quelle che la società e il digitale richiederanno a noi e alle generazioni future.
Conoscere bene le basi ci permette di costruire le fondamenta del mondo di oggi e di quello che verrà.
LINK 1: https://www.astrid-online.it/static/upload/2136/21363—.pdf
(m.m.)
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