venerdì, Aprile 19, 2024
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RUINA – UN CARTELLO PUBBLICITARIO ENFATIZZA UN TERRITORIO DOVE C’E’ ANCORA UN MULINO SUL PO – MA NON E’ VERITIERO: DAL 2020 IL MANUFATTO NON E’ PIU’ A RO – E’ IN MANUTENZIONE – FINO A QUANDO?

Ruina – Un cartello di promozione del territorio, posizionato alcuni giorni fa a Ruina, alle porte del comune di Riva del Po, ha attirato l’interesse di alcuni cittadini ma sopratutto quello della consigliera di minoranza Daniela Simoni (Gente di Riva del Po).

Il cartello recita: “Benvenuti nelle Terre del Mulino sul Po” e raffigura appunto il noto Mulino. Da qui il sobbalzo della consigliera. Una promozione del territorio che gira attorno al Mulino sul Po, che però non c’è. Il noto natante da luglio 2020 non è più raggiungibile – ha rischiato di affondare nelle acque del grande fiume – e che da quasi due anni è fermo nel cantiere di Cavanella Po in attesa di restauro.

“Una riflessione mi sorge spontanea – commenta la consigliera Daniela Simoni – Ieri la nostra comunità aveva il Mulino sul Po. Ad un certo punto gli amministratori lo hanno intercluso, abbandonato, affondato. Oggi la nostra comunità non ha più il Mulino sul Po e gli amministratori lo fanno diventare un simbolo identitario del territorio. Benvenuti a Riva del Po: il paese che va al contrario”.

Non se ne parlava da tempo, del Mulino, e così la discussione si riapre, con le due teorie: chi lo rivorrebbero al suo posto e quelli che lo vorrebbero affondato. A tal proposito si attende sempre la pubblicazione del risultato del sondaggio proposto in merito dall’ex consigliera di Ro Maria Cristina Felisati (Basta Sprechi).

Ora, spinta da questo nuovo impeto, la consigliera Simoni presenta una interrogazione. “Considerato che la storia è cominciata nel 2005 come una bella storia di recupero architettonico e di memoria, quando il Comune di Ro (ora Riva del Po), grazie anche al contributo di Fondi Europei, decide di far tornare a vivere, sulla base delle indicazioni relative al progetto di un mulino riportate in un’antica stampa del 1850, “Il mulino del Po” raccontato dallo scrittore Riccardo Bacchelli.

Lo hanno costruito gli ultimi maestri d’ascia, in legno robusto e con il tetto, come una volta, fatto con le canne di palude:”Senza mulini sull’acqua avevamo perso un pezzo della nostra storia e della nostra identità“ così commentava l’allora sindaco, Filippo Parisini in occasione dell’inaugurazione; considerato che, negli anni che seguirono, il natante e l’area golenale che lo ospitava sono stati coinvolti da gestioni fallimentari che hanno prodotto il profondo stato di abbandono in cui si trova oggi tutto il contesto golenale, il Mulino incustodito e successivamente affondato è stato rimosso e trasferito in un cantiere navale fino a perderne le tracce; visto che la promozione turistica territoriale, intesa come il complesso di strategie finalizzate a promuovere una determinata area geografica, è stata affidata dal 2010 all’Unione dei Comuni Terre e Fiumi e che dopo anni di inattività a fronte di carenza di personale assegnato a tale funzione, la medesima ha prodotto il marchio territoriale “Terre e fiumi da vivere” tradotto anche in depliant e cartellonistica dedicati; visto che un cartello di modeste dimensioni è stato installato lungo Via Collegio a Ruina nei pressi della ex Bbs in direzione Zocca-Ro il quale recita “Benvenuti nelle Terre del Mulino sul Po” con tanto di foto del natante galleggiante in tutto il suo splendore; interrogo il sindaco per conoscere: presso quale cantiere navale si trova attualmente il natante; la stima dei costi per la ristrutturazione del mulino; l’eventuale contribuzione al ripristino da parte di Regione/Provincia od altri enti interessati; le soluzioni tecniche che si intendono adottare per il ripristino del museo galleggiante; i tempi del recupero della struttura museale e quelli della sua nuova collocazione; le indicazioni che verranno date ai visitatori in merito all’assenza del natante”.

Ironicamente la consigliera posta sulla sua bacheca Facebook il cartello, dove l’immagine del Mulino sul Po è stata cambiata con il Mulino che affonda, che sarebbe stato più veritiero.

(d.m.b.)

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