Ro – “Mai avrei pensato di trovare questa desolazione ed abbandono”. Sono considerazioni pesanti, e se poi arrivano da operatori del settore acquistano e acquisiscono un significato più profondo e duro.
“Dopo quasi 20 mesi di totale assenza, abbiamo attraccato oggi al pontile di Ro Ferrarese, ora Rivadelpo”. A parlare è un operatore turistico che, vedendo l’area attrezzata (ora non più) della golena di via Dazio a Ro è rimasto molto deluso. “Per anni c’era un posto accogliente, ben tenuto, giostrine per i bambini, un bar e ristorante eccellente e tanta bella gente, senza contare l’infinito via e vai di biciclette che venivano a vedere il Mulino sul Po. Ora, 20 mesi dopo, ho trovato il vuoto..la desolazione, l’abbandono, il degrado..manco l’acqua potabile.
Un Mulino mezzo distrutto, il ristorante con i pavimenti staccati e tutto in abbandono. Ma cosa è successo? Questo è il risultato della fusione trai due comuni? Quanta amarezza…quanta delusione…
E pensare che i 13 americani che abbiamo a bordo avevano visto le foto del ridente passato…20 mesi fa… Un vero peccato visto che i Ferraresi hanno sempre avuto una marcia in più per l’accoglienza turistica ma a Ro…qualcosa non ha funzionato”.
Parole che pesano come un macinio e che hanno inevitabilmente aperto la discussione. Qui, a differenza de La Porta del Delta a Serravalle, durante la costruzione della zona turistica non è stato previsto alcun riparo dalla crescita del livello dell’acqua e la piena eccezionale di 2 anni fa, sommata alle successive, ha portato via tutto o quasi, facendo tabula rasa. Il posto era diventato bello, anche di più, ma con costruzioni “selvagge” e per questo con livelli di protezione e sicurezza dall’acqua pari a zero.
Ed allora ci si chiede se vale la pena ricostruire: per alcuni cittadini si, mentre per altri no. Ma questa fine era segnata, perché prima o poi era prevedibile che durante una piena eccezionale l’acqua avrebbe spazzato via tutto, lo poteva prevedere anche un cieco. Ed allora la maggior parte dei cittadini chiedono si un intervento di ripristino, ma fatto in regola, con tanto di protezione e di sicurezza per tutti, perché la zona merita.
E poi si cade sempre lì, cioè i soldi della fusione, i famosi contributi economici (ma non solo). Ora ci sono, usiamoli e non lasciamo che marciscano sotto il materasso, assieme al nostro bel paese.
(d.m.b.)
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